“Le operazioni di raccolta delle more della varietà Loch Ness sono terminate da qualche giorno, su 1500 le piante messe a dimora lo scorso febbraio che hanno prodotto 6 tonnellate di bacche, giunte ai mercati ortofrutticoli del Nord Italia. Nonostante si sia trattato del primo anno di sperimentazione, ci riteniamo soddisfatti del risultato sia in termini agronomici che commerciali”, così riferisce Giuseppe Santarcargelo, agronomo della Compagnia delle Primizie, azienda che ha voluto ampliare la sua proposta di piccoli frutti destinati al mercato nazionale italiano, affiancandola a quella ormai consolidata della fragola della Basilicata (con, in primis, la rinomata Sabrosa Candonga®) e dei lamponi Adelita®.
“Per il prossimo anno, confermiamo una superficie simile destinata alla coltivazione di more, con un incremento, seppur lieve, del numero di piante, il cui trapianto è previsto a partire da gennaio 2020. Inoltre, al fine di ottenere una produzione di more nei mesi autunnali e invernali (periodi in cui l’offerta del prodotto fresco italiano è limitata), programmeremo ulteriori trapianti a conclusione della prossima estate”.
“Dal punto di vista agronomico, la tecnica di coltivazione utilizzata è quella del fuori suolo (su substrato in fibra di cocco), con piantine allevate in vasi e in ambiente protetto. Facendo tesoro dell’ormai quinquennale esperienza relativa alla produzione di lamponi in fuori suolo, Compagnia delle Primizie ha adottato le medesime best practices tecnico-agronomiche, per ottenere un prodotto fresco dalle eccellenti caratteristiche qualitative ed una ottima shelf-life”.
“E’ stato necessario ricorrere ad ausiliari (sia pronubi per favorire l’impollinazione dei fiori sia predatori per il controllo di alcuni fitofagi quali il ragnetto rosso) che hanno reso ancor più sostenibile il processo produttivo, sia da un punto di vista prettamente ambientale che economico. Il prossimo anno, saranno introdotte alcune correzioni strutturali per creare, all’interno delle serre, un ambiente di coltivazione della mora più simile alla sua natura di “pianta di sottobosco”, al fine di evitare danni sui frutti, dovuti a scottatura o disidratazione”.
“Alla OP Terre della Luce è stata affidata la commercializzazione delle more, le quali sono giunte sui mercati dell’Italia settentrionale con il brand Berrita. Sicuramente, nei periodi in cui non era ancora presente sul mercato la produzione nazionale, sono stati spuntati prezzi interessanti. Pertanto, per la prossima stagione, Compagnia delle Primizie ha intenzione di destagionalizzare in parte la produzione”.
“Positivi sono stati i riscontri ottenuti dagli stakeholders del settore, dovuti principalmente alle caratteristiche organolettiche dei frutti e alla loro ottima shelf-life. Le more, accuratamente selezionate e confezionate in campo in cestini da 125 gr da operai specializzati nella raccolta, si presentano di dimensioni medio-grandi (5-6 gr per frutto), buona consistenza e uniformità sia nella colorazione sia nella forma, caratteristiche rimaste inalterate fino agli ultimi stacchi”.
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Data di pubblicazione:
Author: Vincenzo Iannuzziello
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